Ulisse è infine arrivato a casa, a Itaca e non è stato facile. Ovviamente Ulisse non è il suo vero nome e casa sua non è a Itaca. Abbiamo voluto, per coprire occasionalmente la sua identità, chiamarlo così perché il suo viaggio ha un qualcosa di epico e avventuroso come quello dell’eroe omerico. Ma andiamo per ordine.
Ulisse è uno dei piccoli malati la cui famiglia è assistita da ARCOIRIS. Con papà e mamma di origine russa, combatte contro una malattia debilitante, difficile da identificare e ancor più da curare.
Ormai grandicello, ha da poco compiuto quattro anni, i genitori hanno deciso di portarlo per qualche settimana a casa in Russia in vacanza, per farlo conoscere a parenti e amici. Non avendo grandi mezzi, ARCOIRIS li ha aiutati a sostenere alcune spese di viaggio, ha procurato loro i medicinali e le autorizzazioni per le sacche di alimenti liquidi (Ulisse è nutrito con Gastrostomia Endoscopica Percutanea – PEG) necessari per tutto il tempo del soggiorno in Russia.
E subito cominciano i problemi. Il viaggio prevede due tratte in aereo e un tragitto di molte ore in treno: bisogna ottenere l’assistenza delle compagnie aeree e, magari, anche delle ferrovie russe. Per un viaggiatore così complesso e per tutto quel carico di medicinali e simili occorre la documentazione certificata dal medico. Ma nessuno dei medici che hanno in cura il nostro Ulisse se la sente di autorizzare sotto la propria responsabilità un viaggio così lungo e, in prospettiva, faticoso quindi pericoloso.
Non c’è niente da fare, il viaggio sembra andare in fumo. Ma no, i genitori decidono di tentare il tutto per tutto: si presentano al check-in muniti del biglietto e delle semplici ricette per medicinali, sacche alimentari e vario materiale sanitario. È stato difficile quasi come per il mitico Ulisse, quello di Omero, fu difficile affrontare Polifemo, ma alla fine si supera tutto, anche i controlli di sicurezza.
È fatta? No. Si mette di traverso uno sciopero. Le coincidenze fra le due tratte aeree sono calcolate con cura: nessuna attesa eccessiva che potrebbe stancare il piccolo Ulisse, ma quanto basta a un raccordo facile. Invece lo sciopero fa saltare la prima coincidenza e tutto sembra precipitare: l’arrivo a Mosca con il secondo viaggio doveva permettere due ore di tempo per recuperare tutti i bagagli e trasferirsi alla stazione per prendere il treno. Se pure quello venisse perduto il successivo sarebbe molto, ma molto dopo, mettendo a dura prova la resistenza dei genitori e soprattutto del piccolo.
Fortunatamente l’assistenza delle compagnie aeree che prima della partenza sembrava negata, all’improvviso fa miracoli. Un altro volo è reso disponibile poco dopo, anche se al suo arrivo a Mosca il tempo per prendere il treno è drasticamente ridotto. Tutto però si risolve e gli incastri si sovrappongono esattamente come in un orologio svizzero.
Finalmente Ulisse è sul treno verso casa. Restano soltanto circa 16 ore di viaggio, ma ormai il più è fatto e già sembra di sentire la vedetta sull’albero di maestra che annuncia a gran voce: “Itaca, Itaca!”.